Fare un’intervista ad un amico À qualcosa di strano: l’avevamo presa, io e Clay, un po’ come un gioco, un po’ come uno scherzo. Cosœ, abbiamo invitato Matteo Gaddoni sabato pomeriggio a casa nostra, dopo l’allenamento, per fargli delle domande sul freestyle, sul mondo del frisbee, su lui.
Matteo Gaddoni’s Interview In English
Il sabato pomeriggio, Matteo parte da Forlœ, cittá in cui abita, e si fa 50 km. in macchina o in treno, per venire ad allenarsi sulla spiaggia di Rimini. Forlœ À una cittá dell’entroterra, per cui venire a Rimini À un’esigenza: À qui che trova Clay, Daniele, Andrea, À qui che si incontrano Luca, Fabio, Öi nuovi freeestylers della east-coast.
Cosœ ieri, dopo tre ore di allenamento su una spiaggia grigia, di una bellezza tutta sua, fatta di solitudine, onde basse, vento costante, gente a passeggiare sulla riva con i cani, una spiaggia che non sembra neanche lontanamente la stessa del Paganello e di FPA, ma non per questo À meno bella, anzi, À affascinante, perch» camaleontica come tutte le spiagge d’inverno, dopo giri, lanci, prese, brush, frisbee caduti in acqua, Matteo e Clay sono tornati a casa e, ufficialmente, À cominciata l’intervista.
Con una cioccolata in tazza. Caldissima, fumante, densa al punto giusto, accompagnata da biscotti e dolci, per “mettere a proprio agio” l’intervistato, perch», chissá come, quello che doveva essere un gioco, stava diventando una cosa seria:
L&C (Lui & Clay): allora Matteo, quando hai scoperto il frisbee?
Matteo: quando ero bambino (notare: Matteo ha 24 anniÖ). Giocavo sulla spiaggia, in vacanza, al mare, con i miei amici.
L&C: e quando hai conosciuto il freestyle?
Matteo: À stato via internet. Cercavamo, io e i miei amici, dei frisbee migliori. Infatti, ho continuato a giocare a frisbee, negli anni, e nel parco della mia cittá. Per⁄ avevamo capito che ci serviva un frisbee buono, diverso, cosœ via internet ho scoperto il mondo del frisbee e del freestyle. Sono entrato in contatto con Jumpi, e mi ha detto che loro (Cota & Tequila n.d.r.) vendevano i frisbee, e, se mi interessava il freestyle, c’era un certo Clay che giocava a Rimini, e sarebbe stato sicuramente disponibile ad insegnarmi qualcosa.
L&C: la tua prima unghia? l’avevi giáÖ
Matteo: sœ, l’avevo fatta con una scheda telefonicaÖavevo trovato, sempre via internet, un sito: www.heinsville.com dove insegnavano a fare le unghie finte
L&C: e cosa À successo la prima volta che hai incontrato Clay (nel settembre 2003 n.d.r.)?
Matteo: mi À venuta la fissa del freestyle. Clay era un fenomeno irrangiungibile, ma lui continuava a dire che potevo arrivare anch’io. Cosœ, mi sono dato degli obiettivi. Clay mi diceva di fare delle cose (prese, passaggi sotto la gamba, ecc). Io a casa provavo, e quando mi riuscivano gli esercizi lo chiamavo e ci incontravamo a Rimini. Io gli facevo vedere cosa riuscivo a fare, e lui mi dava altri obiettivi
L&C: cosa ti fa pensare che il frisbee per te À qualcosa di diverso da un gioco?
Matteo: quando con i miei amici giocavamo a frisbee, non mi bastava mai. Quando loro proponevano altre cose, come andare in centro a passeggiare, incontrare altri, ecc. mi sentivo dentro qualcosa che mi diceva di giocare. Avevo bisogno del frisbee.
L&C: cosa ne pensa la tua ragazza di questo tuo amore per il freestyle?
Matteo: All’inizio era tranquilla. Non poteva immaginare come si sarebbe evoluta la cosaÖ.
L&C: e gli altri? I tuoi genitori?
Matteo: mio padre diceva che ero scemoÖlo dice ancora
L&C: BÀ, À coerente, almenoÖe adesso Sandra (la sua ragazza n.d.r.) cosa dice?
Matteo: delle volte si arrabbia. Come questa estate. Quando non facevo gli spettacoli ad Aquafan (parco acquatico dove hanno lavorato Clay e Matteo n.d.r.) ed ero con lei in vacanza al mare, io continuavo a giocare a freestyle. Ma cosa dovevo fare? Lei prendeva il soleÖe io giocavo!
L&C: cosa ti ha fatto cambiare? O meglio: quale sono le tappe che riesci a vedere in questo ultimo anno, che ti hanno fatto maturare nel freestyle?
Matteo: Ho superato l’ostacolo della condizione morale. Non mi sentivo, non ci credevo in me stesso. La convinzione me l’ hanno data i giocatori che mi hanno motivato, che mi hanno spinto a giocare libero. Per esempio con Dave Lewis e Dave Murphy, sulla spiaggia, il giorno prima di FPA.
Credevano in me. E, per la prima volta, ho giocato con una sola unghia, cosa che non avrei mai fatto prima. Ho cominciato a giocare bene per il supporto e l’incitamento dei giocatori pi? bravi di me. E’ come avere tante persone dentro: che giocavano come me, e mi motivavano
L&C: tappe.
Matteo: il Paganello 2003. Prima, io conoscevo solo Clay. Poteva essere che fosse l’unico a fare certe cose. Poi, À arrivato il Paganello. Un sacco di gente che faceva le stesse cose, in un ambiente bello, che non mi aspettavo
L&C: e cosa ti aspettavi da FPA 2003?
Matteo: un altro Paganello. Era tremendo dovere aspettare un anno per rivedere le persone, e per fortuna invece c’À stato FPA. L’aspettativa era grande. Ma il vivere queste cose (Paganello, FPA), À sempre superiore alle aspettative. Ho ritrovato una famiglia. Sœ, quando gioco e vedo giocare, vado sempre a casa bene. E le aspettative sono sempre soddisfatte.
L&C: chi ti ha dato molto, per il freestyle?
Matteo: Clay
L&C: Öescluso ClayÖ
Matteo: al Paganello John Titcomb. All’FPA tutti. C’À stato un coinvolgimento totale.
L&C: rapporto con i freestylers italiani?
Matteo: À diverso. Siamo tutti in Italia, ma alla fine ci vediamo molto poco. E quando ci sono le occasioni come il Paganello e FPA tutti noi cerchiamo di stare di pi? con i giocatori americani ed europei. Cosœ, alla fine, i giocatori italiani sono quelli con cui ho meno condivisione.
L&C: oh, un po’ di gossip. Sei su un’isola solitaria e devi starci solo con una freestyler. Chi prendi?
Imbarazzo.
Matteo: dai, no, questo no!
L&C: oh, sœ, questo sœ!
Matteo: Ila. La sorella di Dori Yaniv
L&C: torniamo seri. Quale stile ti piacerebbe avere?
Matteo: improvvisazione. E amo i tipping. Quelli alla Tom Leitner, interminabili, lunghe sequenzeÖ
L&C: quale modello ti ispira? A quale giocatore vorresti arrivare?
Matteo: sono tutti modelli. Comunque, farei una fusione di Clay, Tom Leitner, Ted Oberhaus e Randy Silvey
L&C: ti piacerebbe vivere con il frisbee? CioÀ, che il frisbee diventasse il tuo lavoro?
Matteo: non lo so, non credo. Ho paura che se diventasse un lavoro perderebbe il suo fascino. Ci dovrei pensare
L&C: quanto ti alleni?
Matteo: tutti i sabato, per circa 4 ore. E due volte alla settimana al parco, per 1 o 2 ore
L&C: cosa ti serve?
Matteo: una spiaggia. Un po’ di vento. E un buon compagno.
L&C: e una buona compagna?
Matteo: mi piacerebbe. Mi piacerebbe che Sandra (la sua ragazza) cominciasse a giocareÖ
L&C: gossip
Matteo: no!
L&C: sυsei obbligato a scegliere il tuo compagno di gioco open pairs fra: Tom Leitner, Clay, Reto, Sune, Ted Oberhause e Randy
Matteo: (dopo almeno 10 minutiÖquindi gli abbiamo dato il tempo massimo per rispondere, di 10 secondi!) Ted Oberhause.. E se dovessi scegliere coop: Tom Leitner e Randy Silvey
L&C: bene, adesso devi scegliere la compagnaÖ(indichiamo, ovviamente, solo le ragazze che ha conosciuto): Lisa, Linda e Karolina, Cindy; Anne; Bethany e Judy
Matteo: Lisa. La riconfermei
L&C: il frisbee ti ha dato tanto. Tu cosa sei disposto a dare al frisbee?
Matteo: vorrei trasmettere a qualcun altro ci⁄ che ha dato a me
L&C: vedi il freestyle come sport o come show?
Matteo: Lo show non À indispensabile. Ma se c’À dentro dello show, quello che una persona À capace di dare, allora À pi? bello vedere l’esercizio. Si valorizza. Penso a Sune. Non fa grandi show, ma basta il suo sguardo alla gente, quando fa una presa, a dare valore aggiunto all’esercizio
L&C: cosa ne pensi del metodo di giudizio di FPA?
Matteo: À complicato. Alcune cose non le ho neanche ancora capite! Ma mi sembra buono. Molte persone che giudicano, in settori. Mi sembra efficace
L&C: daresti pi? peso a quello che giudica il pubblico? CioÀ: secondo te, bisognerebbe tenere conto anche del giudizio del pubblico in una gara?
Matteo: no! Al pubblico piacciono delle cose anche stupide. Penso a dei giochini come far girare il frisbee sul gomito, o sul piede: al pubblico piace, e magari non apprezza un vero esercizio, con molta difficoltá. Se facessimo giudicare al pubblico si arriverebbe a tenere il frisbee in equilibrio sul naso, sul ginocchio, sulÖ.
Lui: bÀ, quest’ultima ipotesi potrebbe essere anche carinaÖ
L&C: torniamo seri. Cosa cambieresti nell’organizzazione di FPA?
Matteo: penso che ci vorrebbe pi? visibilitá. Nelle televisioni, nei giornali
L&C: cosa chiedi ad un torneo? O meglio: rapporti costo/torneo. Vorresti spendere meno, avere meno (tipo tribuna, red carpet, tende, ecc.), e giocare (con tutti gli stessi giocatori di FPA), o spendere molto ed avere il Villaggio?
Matteo: no, i Campionati vanno bene cosœ. Completi
L&C: l’ultima domanda. La carognata: Se Sandra ti dicesse: o me o il freestyle?…
Matteo: sarebbe la fine della nostra storia. Ma lei questo lo sa giá
E’ finita l’intervista, la cioccolata, ed anche questo sabato pomeriggio.
Sappiamo un po’ di pi? di Matteo, sia voi che noiÖ
E a Clay À piaciuta molto, questa cosa.
Per cui, se volete, la prossima intervista sará la suaÖ.
Complimenti Lui,
intervista bellissima e di notevole interesse, oltre che divertente.
Sarebbe bello metterne su delle altre, con altri freestylers italiani!
Complimenti anche per lo stile da intervistatrice professionista! 😉
E complimenti a Matteo, rivelazione del panorama del Freetyle italiano.
Un saluto a te, a Clay e al resto della allegra famiglia riminese.
Luca Gagliardi
Grande Mateo (Matteo)!!!
Il tuo amico Millobixo ti sostiene e approva il tuo fanatismo, che un giorno sará ricompensato!
Great interview, Matteo! (and thanks for the kind words)
I can’t _wait_ for Paga ’04. Z you there!
Veramente non posso aspettare le mese per il Paganello prossimo. Ci (Z!) vediamo.
=jwt
John Titcomb
—
=jwt
Complimenti per la bella intervista e per la crecsita "ESPONENZIALE" del mio amico Gaddo! Raccogliere esperienze di altri freestyler italiani fará senz’altro capire che giocare col "disco volante" porta ad appassionarsi ed a conoscere un’altro modo di vivere lo sport, dando spettacolo divertendosi e perchË no, anche guadagnare divertendosi. CiÚ che invece non appare subito, almeno finchË non si vive un Paganello, Ë la "bellezza" dei rapporti che si vivono con le persone che organizzano e vi partecipano, uomini e donne che hanno perso il concetto di "etá".
Edoardo F.
Ciao L&C, bella intervista, molto professionale, peccato non aver ancora conosciuto Matteo, ma sono sicuro che presto accadrá, si perchË non ho nessuna intenzione di farvi scappare….! sarebbe bello poter leggere di tutti e di come hanno cominciato ad avvicinarsi a questo gioco (e tale deve rimanere, altrimenti che gusto c’Ë !). E’ bellissimo trovarsi insieme, piccoli, grandi… e pi˘ grandi, e giocare ancora come fossimo bambini, anche se dietro a questo gioco, c’Ë un lavoro che pochi possono apprezzare… ma a noi sta bene cosi, io mi diverto…. DA MATTI !!!
SALUTI A TUTTI E GRAZIE E…… AFFILATE LE UNGHIE !!!
"Rastacippo – Paolo"