Clay Collerá
SÏ, Ë vero, ci giro intorno da un po’.
E’ sempre la stessa storia: quando devo scrivere su lui o non so cosa scrivere, o sono un fiume. E parlo dell’interprete ìprincipaleî numero uno, non perché il migliore (oddio, neanche il peggiore) ma piuttosto perché questo torneo lo ha fondato. Lo ha creato. Lo ha sostenuto da solo, i primi anni. Organizzazione, gioco, presentazione, tutto. E’ il ìsuoî torneo, in fondo. Se esiste, Ë perché Clay ha voluto che esistesse.
Clay. VabbË, dai, lo conoscete, ci conoscete, c’Ë poco da aggiungere.
Ho giá scritto su lui (pi˘ o meno un libro, direi) e non Ë facile aggiungere cose nuove.
Clay Ë Clay. Punto. Si puÚ amare o no, si puÚ apprezzare o no, ma non si puÚ negare il suo gioco e quello che ha dato al freestyle ed al frisbee in genere.
Altro non c’Ë, solo questo: cerco sempre di essere imparziale durante le gare, e sempre riesco a vedere se c’Ë qualcuno che gioca meglio di lui.
Sono brava in questo, e mi reputo di una correttezza da manuale.
Perché credo nello sport e nella gente che ci gravita intorno.
Ma comunque sia, lui per me Ë il Campione.
Sempre e comunque.
Che vinca o no, che sia il 6∞ nel ranking mondiale o il 450∞, che giochi al massimo o sotto tono, per me lui sará sempre il ìmiglioreî.
Da almeno 22 anni, per me Clay vince ogni volta che gioca a frisbee.
Ma da almeno 22 anni, soffro come un cane ogni volta che scende su un carpet, su una tribuna, in una piazza, in un campo di ultimate.
Penso che fra noi due, ormai, sia io quella che si merita una medagliaÖ